Pochi minuti ma buoni

Come e perchè ha senso ascoltare un podcast

Durano poco, sono semplici da registrare e si possono caricare su tutti i tipi di piattaforma. Sembrano i motivi che inducono a pensare che fare un podcast sia cosa semplice, invece sono quelli che rendono l’idea di quanto sia complesso fare e proporre un podcast di qualità.

Ma partiamo dalle basi: cos’è un podcast? Per le nuove generazioni la domanda è sciocca, per i più grandicelli invece la risposta è spesso ignota. Allora, mentre i giovani saltano il paragrafo, è giusto dire che il podcast è una traccia audio caricata online. Non c’è regola fissa sul contenuto e sulla durata, ogni traccia può durare qualche minuto ma anche un’ora (anche due, ma generalmente i tempi sono contenuti). Il tema è libero, molto spesso i podcast si presentano in puntate che sviscerano un macro tema o che ne trattano diversi. I podcast possono informare, approfondire o raccontare. Sono, in buona sostanza, delle piccole trasmissioni radio sempre disponibili. Si possono infatti ascoltare su siti e piattaforme (come Spotify, Audible, Storytel, Apple Podcast e molte altre) o scaricare come file mp3.

Parlare di podcast oggi ha senso perchè è tra gli strumenti digitali più comuni e utilizzati dalle nuove generazioni. Non è un caso che anche i mezzi di informazione più recenti, ovvero nuove testate o canali social-media, utilizzino i podcast per fare informazione e raccontare storie. Sebbene lo strumento sembri riportarci indietro di qualche tempo eliminando il video e dandoci l’idea di essere come i nostri nonni collegati su Radio Londra, il podcast è ciò che attualmente funziona e attrae di più. Mentre si fa colazione, ci si prepara, si fanno le faccende domestiche è possibile approfondire i temi a noi più cari o semplicemente tenerci aggiornati sulle notizie del giorno. Che lo strumento sia innovativo è poco ma sicuro, non solo per chi ascolta ma anche per chi ne fa uso per comunicare.

Un giornalista o un operatore della comunicazione ha, infatti, con un podcast l’opportunità di traferire una buona quantità di informazioni in modo innovativo. Con format specifici, sui canali delle testate ma anche in maniera indipendente, sono oramai molti quelli che stanno scoprendo le capacità di sfruttare la propria voce (e allenare ancor di più la famigerata capacità di sintesi). Quel che infatti sorprende ogni giorno di più è la capacità dei comunicatori di fare dei podcast uno strumento mai uguale a se stesso nè scontato, andando di fatto a proporre vasta scelta.

Io, che solitamente amo molto più leggere i giornali e molto poco guardare i tg, sto scoprendo una passione inaspettata per l’ascolto. Trovare il podcast che fa per noi è semplice: bastano pochi minuti di ascolto e ci si rende conto di quanto si è capito, di quanto ci si concentra e quanto ci coinvolga chi parla. Se i primi minuti ci catturano possiamo star certi che di quel podcast diventeremo seguaci. E la voce conta? Per me si, moltissimo. Anzi, più che la voce probabilmente conta il modo in cui si sceglie di usarla. La difficoltà di fare dello strumento podcast qualcosa di realmente accattivante sta indubbiamente nel saper raccontare, con tono di voce convincente e giusta intonazione, quel che si vuole dire. Un format può essere avvincente, una storia può essere interessante, ma se non sai come dirli tocca spegnere il microfono.

A margine dell’ampio excursus, non posso esimermi dal fare un piccolo – e spero utile – elenco di chi per fortuna il microfono lo tiene acceso. Qui, quindi, qualche podcast che io seguo, accompagnato da qualcosa suggerito da voi. Insomma un elenco che penso renda l’idea di cosa un podcast di qualità sia mentre suggerisce ascolti.

Informazione

Di podcast strettamente connessi all’informazione pura o, meglio, al corredo all’informazione ce ne sono sempre più. Tuttavia raccontare i fatti del mondo non è mai semplice e un giornalista che decide di cimentarsi con i podcast deve fare attenzione a molti fattori e molte variabili. Tra i prodotti decisamente di qualità dal punto di vista giornalistico è impossibile non citare The Essential, prodotto da Will Media e condotto da Mia Ceran. Ogni puntata dura cinque minuti, esce ogni mattina e racconta e commenta una notizia. Qualitativamente è probabilmente il migliore, la Ceran è in grado di raccontare con chiarezza e semplicità ciò di cui parla e rispecchia pienamente lo stile comunicativo di Will.

Altro baluardo dell’informazione – e dell’informazione formato podcast – è Il Post. Il contenuto audio che di certo va consigliato è Morning di Francesco Costa. Esce ogni mattina, dura circa 20 minuti e racconta – in pieno stile Post – le principali notizie del giorno. Si tratta di una vera e propria rassegna stampa: parte infatti dalle prime pagine dei giornali cartacei per commentarne titoli, articoli e poi notizie. La particolarità sta nella scelta di non soffermarsi a riportare le notizie ma di commentare il modo in cui le notizie vengono date, quindi di insegnarci a leggerle meglio.

Libri

Da appassionata della materia mi risulta impossibile non dedicare i miei preziosi minuti a chi di libri parla. C’è qualcuno che via podcast lo fa decisamente bene ed è una bella occasione per chi si nutre di libri e letteratura. I podcast sono, in questo caso, una meravigliosa fonte di ispirazione e confronto. Consigli di lettura e recensioni brevi ma utili si fondono e danno vita a pochi ma buonissimi minuti di chiacchiera letteraria.

Indubbiamente Copertina di Matteo B. Bianchi è il podcast più conosciuto in fatto di libri. Qui vengono interpellati i librai, migliori dispensatori di consigli. Gli spunti di lettura e riflessione non mancano mai ed è indubbiamente uno strumento che porta la lettura alle orecchie di tutti.

A proposito di suddivisione per temi, un bel podcast tematico e che di libri parla in maniera brillante e originale è I 10 CHE. Ideato dalle curatrici di “Libri che ti passa”, il podcast dedica ogni puntata a una top ten a tema letterario. Consigli, recensioni e commenti che permettono a tutti di trovare il libro adatto a sè.

Approfondimento

Lo so, non ho ancora nominato la grande voce del momento ma eccola qui. Sto chiaramente parlando del prof. Alessandro Barbero e dei podcast che, per l’appunto, l’hanno reso famoso. La cosa molto bella dei suoi podcast è che non nascono per esserlo: sono lezioni che qualcuno ha deciso di registrare e trasformare in tracce audio per la divulgazione. Ne è venuto fuori un format che non ha solo reso famoso questo fantastico prof ma continua ad avvicinare persone alla storia. La sua capacità di raccontare particolari dei tempi che furono è unica, ascoltare questo podcast è praticamente obbligatorio.

S/confini, consigliato da voi e una bella scoperta per me. Si tratta di approfondimenti targati the Submarine, spazio di informazione – decisamente interessante – che si propone di far emergere storie dimenticate dalla stampa. Il progetto è studiato e secondo me fatto bene, se poi penso che l’ho scoperto decidendo di scrivere questo pezzo mi piace ancora di più.

Tra i podcast di maggior successo impossibile non menzionare Morgana. Uno spazio che parla di storie al femminile ma che, a tutti gli effetti, è diventato luogo di incontro e community grazie alla capacità di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri di raccontare storie coinvolgendo.

Di storie in storie, un altro spazio che ho scoperto su suggerimento della mia di community è Cemento. Questo spazio è interamente dedicato all’Est: storie e curiosità sovietiche sono protagonisti di un approfondimento che ci aiuta a scoprire un mondo che indubbiamente conosciamo poco. Progetto che pare interessante, come le storie di chi l’ha ideato.

Non solo macrotemi ma anche temi specifici e particolari sono protagonisti dei podcast. Anzi, mi viene da dire che più si andrà avanti più sicuramente i temi centrali dei contenuti audio saranno ricercati. Un esempio concreto è Camposanto: un podcast a tema cimiteri. Si parte dalle storie di cimiteri e lapidi, si aprono mondi cui mai saremmo giunti. Cosa si cela dietro un’epigrafe funeraria dei giorni nostri? Quante storie ci sono in ogni cimitero? Non ci avevate pensato, ma ora vi incuriosisce ne sono certa.

Un altro, suggerito da voi, si concentra invece su una storia in particolare. Si chiama Istruzioni per un genocidio e racconta e analizza i dettagli del massacro dei Tutsi in Rwanda. Ce ne sono moltissimi di podcast che approfondiscono, in più puntate, una storia particolare anche già nota. Questo tipo di progetti è interessante perchè permette di sviscerare i particolare di un argomento in maniera ordinata e, se fatto bene, accattivante.

Oltre quelli nominati, mi sento di consigliare praticamente tutti i podcast presenti su storielibere.fm, piattaforma di podcast su cui trovare una gran quantità di contenuti tutti interessanti tra cui scegliere. Fare un giro qui vuol dire, anche, percepire l’essenza vera del podcast.

Alcuni contenuti di questo tipo sono anche, ovviamente, su Storytel, piattaforma che io non posso fare a meno di apprezzare.

La lista è suscettibile di aggiornamento, nel frattempo BUON ASCOLTO.

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