La fine di un anno, del primo anno di questo blog, mi trascina su una nuova pagina. Mi ci adagio, felice di poter godere di questi giorni più tranquilli. Ripercorro gli ultimi mesi, penso a quello che è stato fatto e che ancora c’è da fare.
Penso a quando, più o meno un anno fa, questo blog era già aperto. Nascosto a tutti, riceveva cure quotidiane per prepararsi al lancio. Ora sembra già pieno: di storie, momenti, idee, cambiamenti, prospettive. I bilanci retorici non fanno per me (nè per questo blog), ma è bello approfittare della fine di un anno per tirare una linea. Serve a ricordare quel che è stato fatto, detto, pensato, con l’obiettivo di schiarire la mente, prepararla a tutto ciò con cui ancora si vorrà riempirla.
In un solo anno ho potuto raccontare libri, luoghi, opere ma, soprattutto, momenti, sensazioni, opinioni, notizie. Per ricordare tutto ho riaperto questo blog e sfogliato l’archivio mese per mese. Ho ricordato tutti i momenti in cui ho raccolto notizie, cercato eventi per riempire una rubrica, ho cercato e scorto i particolari di ciò che vivevo. Mi sono tornate in mente le sensazioni belle di quando ho acceso il pc e deciso di riordinare un’emozione e condividerla con tutti.
Quando tutto è iniziato ho pensato che questo spazio avesse già una sua identità. Poi ho scoperto, scrivendo mese dopo mese, che quell’identità si sta ancora costruendo, che questo spazio cresce con me e una vera definizione chi sa se ci sarà mai. Quel che è bello, dopo un anno, è che lo sento sempre più mio, che amo condividerlo con chi mi aiuta a costruirlo giorno dopo giorno.
Mi arrivano spunti, idee, libri, consigli. Scopro mondi, paesi, spazi online che creano ispirazione quotidiana e ampliano l’orizzonte di chi scrive oltre che il proprio spazio web.
In un anno, ho scoperto che:
è semplice e naturale scoprire e far conoscere iniziative belle e paradossalmente poco conosciute – https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/03/11/prova-a-leggere/ ; https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/03/05/la-semplicita-di-unopera-darte/ – è possibile riflettere sulla forza della comunicazione – https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/03/20/presstour-la-forza-della-comunicazione/ ; https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/04/24/guanti-palette-e-social/ ; https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/07/09/cultura-formato-social/ – si pensa di raccontare un evento e ne viene fuori un’esperienza più intensa – https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/04/08/di-libri-e-storie-napoli-in-due-giorni/ ; https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/05/13/portami-altrove/ – ci si può far stupire da un viaggio – https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/06/28/un-racconto-fantastico-amsterdam-se-non-te-laspetti/ – si può esplorare da vicino un mondo che ci affascina – https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/08/30/dillo-con-un-libro/ ; https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/10/25/di-cosa-parliamo-quando-parliamo-di-libri/ ; https://ilcircolodellastampa.wordpress.com/2019/10/11/se-un-libro-e-una-rivoluzione/. E forse molto, molto altro.
Se c’è una cosa che questo spazio mi ha insegnato è proprio mettere ordine. Fare di ogni esperienza un articolo vuol dire poterla fare propria fino in fondo, trovarle il senso che probabilmente mentre la vivi ti sfugge e poi, magicamente, viene fuori mentre scrivi. Viene fuori il meglio di ciò che senti, di ciò che vuoi realmente fare e della strada che vuoi seguire. Ci si ritrova a leggere il doppio, a criticare i propri articoli scritti quando, qualche mese prima, si sapeva un po’ di roba in meno. Ma fa parte di una storia e ho sempre pensato che lasciare traccia di una storia sia l’unico modo per imparare davvero.
Forse è questo che sto imparando, la forza di una storia di portarci dove noi stessi mai avremmo immaginato. Ecco che viene fuori l’unica cosa che in un anno non è cambiata: la voglia di raccontare, di condividere qui, di arricchire un mondo che di storie ha bisogno.
Sul Il Circolo della Stampa inizia, così, un nuovo anno.