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In Ospedale, il reparto che cura l’anima: la Biblioteca.

L’ospedale è un posto complesso da descrivere. E’ dolore, speranza, incubo, attesa infinita. A volte è anche gioia, per una nascita, per una bella notizia, per aver vinto contro un male che ti cambia per sempre. E’ luogo di inizio, fine e transizione. E’ dove si interfacciano continuamente storie e anime, di pazienti, medici e dipendenti. Tutti accomunati, lì dentro, dalla convinzione che la vita sia il bene più prezioso, da difendere con tutte le forze.

Inizio dal luogo per raccontare una storia che è ambientata proprio qui. E’ la storia di un particolare che fa la differenza, di chi crede che le medicine non siano solo quelle nelle flebo, che una parola, scritta o detta, sia sinonimo di speranza. Questa è la storia di come uno sconosciuto, reale o inventato, possa dar conforto e compagnia a chi passa del tempo in Ospedale.

Lo sconosciuto in questione è questa volta un libro. Ma cosa c’entra un libro con una persona malata, ricoverata o con un suo familiare? Me lo ha raccontato, in una piacevolissima chiacchierata, Laura Pipoli, responsabile di un progetto chiamato “Biblioteca in Ospedale”. Ci siamo incontrate al 5° piano di una palazzina degli Ospedali Riuniti di Foggia, in una stanza non molto grande contenente quasi 2500 libri. Una vera e propria biblioteca, con libri suddivisi e catalogati per categoria e molti libri impilati. Due ragazzi, durante la nostra chiacchierata, non hanno smesso di guardarli e suddividerli per genere.

Laura Pipoli è Presidente della Confraternita di Misericordia di Foggia in cui, come ci ha detto, dà conforto in vario modo ai bisognosi assieme ad un gruppo di volontari. Proprio lei, con la sua associazione, ha deciso di riprendere in mano un progetto avviato ed ideato tempo fa dal Centro Studi Diomede di Castelluccio dei Sauri.

Il progetto già esisteva ma c’era poca disponibilità dei volontari a seguirlo. La convenzione si era quindi esaurita.” ha raccontato Laura Pipoli – “E’ stato ripreso e noi ci siamo aggregati a questa idea che ci è piaciuta da subito. Ora, con il patrocinio dell’Azienda Ospedaliera, ad occuparsi del progetto sono la Confraternita Misericordia, il Centro Diomede e il CSV (Centro di Servizi al Volontariato). I ragazzi del Servizio Civile gestiranno l’attività quotidiana della biblioteca.”

Ma come funzionerà, concretamente, la Biblioteca in Ospedale?

L’idea è quella di affiancare alla tradizionale terapia dei malati la “somministrazione” del libro in corsia.” – ha spiegato Laura – “Tramite un accordo (ora in definizione) con l’Azienda Ospedaliera e con i responsabili dei reparti, i ragazzi del Servizio Civile e i volontari gireranno tra i reparti per prestare i libri ai degenti o ai loro familiari. Siamo ancora nella prima fase del progetto, ora verranno caricati su un’apposita piattaforma tutti i titoli dei libri in nostro possesso. Qui degenti e familiari potranno consultare il catalogo e prenotare il libro da avere in prestito, noi glielo porteremo. Ci sarà anche un numero di telefono dedicato come ulteriore mezzo di prenotazione.”

Laura mi ha raccontato che la risposta in termini di entusiasmo nella fase di raccolta è stata tanta. 2100 libri erano già stati raccolti dal Centro Studi Diomede in passato e ora, in poco tempo, da quando è stata lanciata nuovamente l’idea, sono arrivati oltre 300 libri in più. “Ringraziare l’Azienda Ospedaliera è d’obbligo”– mi ha detto Laura – “dobbiamo fare i conti con gli spazi un po’ ristetti ma pensiamo in grande. Organizzeremo, oltre al prestito, eventi e letture in pediatria e neuropsichiatria infantile due volte a settimana. Puntiamo, poi, a creare una vera e propria sala lettura, in cui chiunque possa venire, scegliere il proprio libro e leggerlo comodamente. Ci piacerebbe creare incontri, eventi ed occasioni dedicati al tema del libro come strumento di cura.”

Quando la vita ti pone di fronte ad un momento complesso, bello o brutto che sia, un libro è ciò che può trasportarci lontano, distrarci, sollevarci per un attimo dalla vita vera. Ma un libro può anche scavare dentro, dare la possibilità di capire noi stessi ed affrontare quel momento nel migliore dei modi. Nella nostra chiacchierata Laura mi ha detto che “è dimostrato scientificamente che la lettura, come distrazione o valvola di sfogo, aiuti ad affrontare un momento difficile, come quello provocato da una malattia. Non a caso il motto del progetto è “Il libro come medicina per l’anima”.”

Oggi viviamo sui social, parliamo lì anche di libri, di cosa ci lascino. Cerchiamo su internet rimedi ai nostri “momenti no” e alle nostre “malattie”. Internet è l’approdo di ogni momento. Per questo ho chiesto a Laura se, in qualche modo, internet e i social stiano dando una mano alla crescita del suo progetto. La risposta mi ha provocato un sospiro di sollievo, in barba a chi dice che i social non servono: “Internet è servito tantissimo per la raccolta libri. Abbiamo raggiunto tutte le fasce d’età e capito come questa realtà esiste ed operi già in alcune regioni del Nord Italia.”

“Amiamo Foggia” , mi ha poi detto Laura, “e vorremmo che questa realtà divenisse concreta e radicata. Non si tratta solo di dare un libro in prestito, è molto di più. Si tratta anche di ascoltare, di dare conforto a chi ha bisogno di un parola, un gesto, o anche solo di qualcuno che lo ascolti e gli porga il libro giusto da leggere, per farlo sentire un pò meglio.”

Vedere ed ascoltare il progetto della Biblioteca in Ospedale è stato capire che ci sono ancora e sempre persone belle, che pensano agli altri e a come migliorare ogni realtà. Aggrapparsi alla vita è non smettere di cercare ciò che di bello può offrirci, che sia un bel libro o una persona da conoscere. Bisognerebbe farlo anche quando non c’è una malattia da affrontare.

La Biblioteca in Ospedale, che inaugurerà Lunedì 18 Marzo alle ore 16.00, non è solo una storia da raccontare, forse è il momento per darsi una possibilità in più.

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