Circola da giorni la notizia riguardante “Artonauti”, l’album di figurine, in edicola dal 15 Marzo, interamente dedicato alle opere artistiche.
Nato da un’idea di Daniela Re, insegnante specializzata nella riabilitazione e nel potenziamento cognitivo, e da Marco Tatarella, editore di 22publishing, Artonauti racconta una storia e, nel frattempo, valorizza la quanto mai bistrattata storia dell’arte. Il progetto nasce a Milano, invaderà l’Italia e decido di parlarne perchè penso che, oltre a far nascere un sorriso, dia spazio ad ampie riflessioni. Gli ideatori hanno mixato le parole “arte”, “astronauti” e “argonauti”, con l’intento di trasmettere già dal nome l’idea di avventura e cultura. Nell’album, che gli insegnanti potranno ricevere gratuitamente assieme a proposte di percorsi didattici, due bambini sono protagonisti di un’avventura che li porterà alla scoperta di tutte le meraviglie artistiche del mondo.
Artonauti è un progetto nuovo, bello, eppure semplicissimo. Include il mondo dell’istruzione e delle famiglie, dà spazio alla fantasia e al gioco e valorizza un patrimonio culturale che i giovani di oggi non conoscono, o conoscono molto poco. Fa tutto questo senza l’ausilio della tecnologia, delle lavagne interattive, di youtube o dei social. E’ forse questa la parte davvero bella di questo progetto: parte da un gioco antichissimo. La raccolta di figurine ha affascinato migliaia di ragazzini e ossessionati centinaia di papà costretti alla “tappa edicola” post scuola, ha insegnato lo scambio, il dialogo, il confronto e giochi correlati divertentissimi (vedi “mignolino”!).
Insomma, il fatto che si sia scelto di utilizzare qualcosa di “antico” e semplice per costruire un progetto di riqualificazione della cultura e dell’arte è ciò che rende davvero interessante e bella questa notizia.
Un ragazzo invogliato da insegnanti e genitori a studiare un percorso artistico, con semplicità, dedizione e costanza (insegnano anche questo le figurine eh), sarà lo stesso che imparerà a viaggiare, leggere, scoprire, conoscere veramente (incredibilmente, anche senza lavagna interattiva). Aprire un capitolo sull’insegnamento o sullo stimolo alla conoscenza dentro e fuori casa sarebbe pretenzioso, però approfittare di progetti come “Artonauti” per riflettere su come fare per aggiustare il tiro potrebbe essere un passo importante.
“L’arte non insegna niente, tranne il senso della vita” diceva Henry Miller. Forse oggi, quando arte, letteratura, musica e teatro sembrano passati di moda, riprendere per mano (per davvero!) i giovani, la semplicità e la tradizione è la strada per ritrovare il senso della vita.
Insomma, c’è chi ha ancora fiducia nella curiosità dei piccoli e dei giovani, nell’istruzione e nelle figurine. “Artonauti” è una figata direbbero i diretti interessati, insegnerà l’arte (anche ai genitori eh) e magari è solo l’inizio.