L’inizio di un nuovo anno, si sa, produce come naturale effetto la nascita improvvisa di entusiasmi, idee e progetti che, inutile negarlo, sono destinati a svanire dopo poco. Ricomincia la routine, la neve comincia a sciogliersi, si torna in città e ci si rende conto che cambiato il calendario non cambia un bel nulla. Allora quell’entusiasmo svanisce, quell’idea geniale che doveva rivoluzionare la nostra annata viene messa da parte, con la seria intenzione di riaprire quel cassetto quanto prima. Ma a Marzo è ancora tutto in cantina e, nella maggior parte dei casi, lì rimane.
Il circolo della stampa non è un progetto di inizio anno, non è l’idea partorita dopo il pisolino del 1 Gennaio. Già questo, forse, mi fa pensare di non aver bisogno di una cantina che l’accolga.
Il Circolo della Stampa è il frutto di un’unione tra due menti che si sono sempre considerate lontane e incompatibili ma che, ogni tanto, notavano l’esigenza di lavorare assieme, di creare qualcosa che fosse espressione di quel loro strano mondo. Il Circolo della Stampa è un’idea nata per caso, parlando come si parla di cosa si è fatto oggi, da me e da mio padre, Gianni Cicolella.
Lungi dal voler realizzare un’idea nata chi sa come e chi sa quando e rimasta lì, senza voglia di farne altro, e dal voler creare qualcosa cavalcando l’onda di chi non c’è più. Questo blog, rimasto sino ad ora vuoto e su cui ora decido di scrivere, è stato creato a Maggio del 2017, esattamente un anno prima che mio padre scoprisse di essere malato. Lo abbiamo aperto e lasciato vuoto, ma solo sul web. Nelle nostre menti era pieno di idee e di strane voglie scambiate su un divano, a tarda sera, quando tutti oramai dormivano. Io tornavo a casa, trovavo papà lì a guardare la tv e mi sedevo accanto a lui. Parlavamo della giornata e poi, qualche volta, di questo famoso progetto assieme.
Quel che forse mai mi perdonerò è aver assecondato la tendenza a rimandare, ad aspettare i tempi giusti per fare qualcosa che avremmo potuto fare immediatamente. Abbiamo aspettato una laurea, qualche impegno lavorativo in meno, l’idea perfetta e costruita nel dettaglio. Qualcosa poi è arrivato, ma troppo tardi.
La prima cosa che ho pensato quando ho perso papà è che avremmo dovuto fare ancora troppe cose assieme. Pensavo ossessivamente che la vera ingiustizia fosse tutta lì, nell’ostinazione della morte a rubare il tempo necessario. Lui è andato via troppo presto e le cose da poter fare erano ancora troppe. Avevamo in programma qualche viaggio, qualche partita di calcio assieme, troppe cose da dirci e poi questo blog, ancora da costruire, da capire, da raccontare.
Avevamo parlato del “Circolo della stampa” principalmente come qualcosa che potesse unire le nostre menti, il nostro tempo libero, la nostra eccessiva necessità di buttare su carta pensieri e parole che a voce non si sanno dire. Sarebbe potuto diventare espressione concreta di quel senso di libertà e serenità che si prova scrivendo e di cui, per quanto mi riguarda, mio padre è unico responsabile.
Allora forse questo spazio può essere un inno alla libertà, alla voglia di non rimandare più nulla, di intrappolare in qualche modo il tempo che fugge e le idee che non dobbiamo lasciar andare via. Sarà forse tutto meno curato nel dettaglio, meno progettato a fondo, ma più immediato, vivo come non mai.
Oggi decido di farlo da sola seppur, non so se stupidamente o no, voglio credere di non esserlo davvero.
Francesca Romana Cicolella
Le tue parole sono una carezza all’anima, un alito di calore al cuore, quanta pienezza c’è in te! No, non sei sola, perché tuo padre è stretto, avvinghiato al tuo cuore, un giorno uscirà dalla tua penna, un’altra giorno dalle tue parole, una volta sarà nei tuoi sguardi, negli abbracci di tua madre, nei sorrisi di tuo fratello Luca…..sempre e per sempre, non sarai mai sola….avanti tutta Francesca Romana!
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Semplicemente grazie, di cuore!
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